Il gregge inglese

Spesso parlando degli anglosassone la prima cosa che ci passa per la mente è la loro rigidità nel seguire le regole, che spesso ai nostri occhi (quelli di noi italiani in particolare) diventa quasi motivo di derisione, quasi fossero un gregge di pecore poco sveglie e ben addestrate a non fare mai niente al di fuori del recinto. E guai a chi si permette di non obbedire. Ammettiamolo, quante volte abbiamo superiormente sorriso, e forse anche disprezzato gli inglesi nel loro modo di fare e di essere sempre così “dentro” le loro numerose regole, anche le più ridicole, magari pensando che un popolo che non conosce il famoso concetto italicum del “non mi vede nessuno, solo per una volta, tanto lo fanno tutti” non può essere un popolo furbo ma appunto un gregge di pecore?. Qualcuno potrebbe obiettare che un minimo di elasticità ci deve sempre essere. Altri, che gli anglosassoni sono esagerati nel darsi regole per ogni cosa che possa generare caos. Forse. Io però una delle tante cose che ho imparato girando per il mondo e in particolare in questi anni vissuti qui in Inghilterra, come parte del gregge anglosassone, è che solo attraverso rigide regole si insegna al gregge il concetto fondamentale del vivere civile: ovvero il senso di responsabilità. Concetto che a noi italiani fatichiamo non poco a digerire. Tenete a mente questo mentre leggete la vicenda di un parlamentare inglese che ha riempito pagine nei media e facendo imbufalire l’opinione pubblica inglese in questi ultimi giorni.

Il Segretario alla cultura britannico, membro del parlamento, la signora M.M., alcuni mesi addietro viene messa sotto indagine per aver usufruito di un regime di sconto fiscale su di una proprietà immobiliare nel sud di Londra senza però averne diritto. La commissione che ha valutato l’errore della signora parlamentare nella dichiarazione dei redditi, ha sentenziato la signora colpevole dell’errore fatto e quantificato il rimborso da restituire in 5.800 sterline con l’invito, direi più un obbligo, di fare pubblicamente le scuse davanti al parlamento dato che la signora si era mostrata molto indispettita riguardo l’apertura di una verifica fiscale da parte della commissione nei suoi confronti. Pubbliche scuse che sono arrivate davanti al parlamento e trasmesse da tutti media nazionali. Fino a qui nulla di strano. L’anno precedente altri due parlamentari erano stati condannati per errori (voluti) nei rimborsi spese, gonfiati di 18.000 sterline usati poi per restaurarsi la casa. Anche in quei casi i diretti interessati furono giudicati e condannati in meno di sette giorni. E data la gravità delle loro azioni, espulsi a vita dal parlamento inglese e spediti in galera. Si avete letto bene. sei mesi di cella e senza condizionale o servizi sociali. Nel caso però della signora parlamentare M.M. c’è stato l’errore e non l’intenzionalità’ di evadere il fisco o frodare lo stato. La signora, che recentemente ha venduto uno degli immobili di famiglia per circa 1.4 milioni, difficilmente avrebbe voluto prendersi il rischio di evadere volutamente 5.800 sterline. Su questo sono stati tutti d’accordo. Ma allora perché’, subito dopo le pubbliche scuse e il rimborso presentati dalla parlamentare, l’opinione pubblica si è scandalizzata a tal punto che perfino il Primo Ministro e stato sottoposto all’assalto dei media?

Semplice. La signora M.M., parlamentare e Segretario alla cultura inglese è rimasta al suo posto. Un fatto inaccettabile per l’opinione pubblica inglese abituata a vedere chi sbaglia, sia in malafede, che in buona fede, farsi da parte spontaneamente. Si chiama senso di responsabilità, nasce e cresce nella società come diretta conseguenza di regole ferree, intransigenti, che valgono per tutti.

La signora M.M, parlamentare inglese e segretario alla cultura dell’attuale governo, dopo aver incassato la fiducia del Capo di governo ha però dovuto fare i conti con quattro giorni di gogna pubblica. Oggi la parlamentare ha dato le dimissioni, lasciando il parlamento e devolvendo la buona uscita in beneficenza.

Le pecore belano, le pecore anglosassoni ringhiano anche quando serve.

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