[:it]Islanda 2017 giorno 6[:]

[:it]6 Luglio  Seydisfjordur (IS) – Akureyri (IS)  397 km

E’ il gran giorno. 8.30 si sbarca. Alle 7 sono gia’ sul ponte insieme a mezzo traghetto. Entriamo nel fiordo che conduce al porto di Seydisfjordur un po’ in ritardo. Il tempo e’ brutto. Piove e tira un forte vento che non aiuta il morale. Nel corridoio in attesa che aprano l’accesso alle vetture incontro anche Antonio, il pensionato con la moto Morini. “Hey Antonio sei pronto?”, borbotta qualcosa non mi sembra affatto su di giri. Mi spiega che gli hanno rubato la borsetta da bagno in cui aveva anche le pastiglie per la pressione di cui ne ha assoluto bisogno. Gli dico di non preoccuparsi che parlo bene l’inglese e appena scesi cerchiamo una farmacia e vediamo di trovare qualcosa che possa andare bene. Ci diamo appuntamento fuori dalla zona sbarco. Poi finalmente via alle moto. Primi a salire, ultimi a scendere, regola che vale anche sulla Norrona.
Appena scesi ci guardiamo in faccia preoccupati. Nevischia!!! Le faccie sotto ai caschi dicono…Che ci facciamo qui? Un breve attimo di disorientamento poi prendiamo coraggio e via sull’unica strada che esce dal paesino e si avvia su per un passo per scendere nel paese vicino Egilsstadir e sboccare sulla strada 1, la strada principale dell’islanda che fa il peripolo dell’isola. Da li in poi ognuno prendera’ le proprie strade, sterrata per l’interno, asfaltata per il nord o per il sud.
Io invece aspetto Antonio al porto mentre saluto i motociclisti che mi passano davanti e si allontanano. Dopo mezz’ora di Antonio nessuna traccia. Mi dispiace ma decido che forse e’ meglio partire altrimenti si fa troppo tardi. Inizia l’avventura.
Un freddo becco, cambio subito i guanti mettendo i super imbottiti, mentre salgo sul passo il vento diventa sempre piu’ forte. Ecco la prima cascata. piccola anonima ma il solo fatto di essere li con la mia moto, la fa diventare la piu’ grande e la piu’ bella del mondo.

Cascate sulla strada verso Egilsstadir

Il vento picchia forte e la strada sale ancora. In cima al passo in una curva vedo Antonio che armeggia sulla moto aiutato da un altro motociclista, Roberto, italiano con un bmw adventure. mi fermo e Antonio mi spiega che e’ caduto, un colpo di vento da fermo l’ha fatto cadere mentre prendeva una foto. tutto ok ma la leva della frizione si e’ spezzata. Fortuna che ne ha una di scorta. Lo aiuto a sostituirla ma tra il vento, il freddo e l’agitazione del momento, gli scappa dalle mani il piccolo fermo che tiene il cavo e si infila nella leva. Managgia e’ piccolo e siamo sulla ghiaia. inutile cercare, il cavo lo infiliamo direttamente nella leva, tiene anche se lavora male. Decidiamo tutti e tre di rimanere insieme, la strada e’ la stessa, fino al citta’ di Egilsstadir. li un meccanico lo troviamo sicuramente. Che inguaribili ottimisti 🙂
A Egilsstadir troviamo una ferramenta, il ragazzo al banco chiama un suo amico che arriva, cosi ci dice, in 15 minuti. I 15 minuti diverranno una costante del viaggio, impareremo tutti e tre che il tempo e le distanze per gli islandesi sono relativi… molto relativi… l’amico arriva dopo quasi 45 minuti e ce ne mette almeno 15 per capire di cosa abbiamo bisogno, poi decide che a casa deve avere una leva della frizione con il cavo che puo’ fare al caso nostro. Ci dice di aspettare… 15 minuti. Torna dopo 30 minuti e con una leva di una suzuki. Ovviamente inutile, il morale cala bruscamente. Decidiamo che finche’ funziona si prosegue ma non possiamo lasciare Antonio. Si parlotta e mostro ad Antonio e Roberto il mio itinerario per la giornata. Roberto non ha un itinerario preciso, Antonio ha due destinazioni. Akureyri e Nupur, il resto e’ solo un di piu’…entrambe le destinazioni sono sulla strada del mio itinerario. Allora si decide di proseguire insieme almeno fino ad Akureyri la seconda citta’ per grandezza dell’islanda. Li si vedra’. Si riparte e la prima tappa sono le cascate di Dettifoss. Procediamo sulla strada 1 e appena lasciata la citta di Egilsstadir ci troviamo in un paesaggio lunare.

Paesaggio lunare sulla strada 1
Siamo solo all’inizio ma che spettacolo
la strada 1 in mezzo al nulla
Un SuperTenere, Una Moto Morini e un BMW GS Adventure… sulla luna? no Islanda

Dalla strada 1, giriamo a sinistra sulla 864. Avviso i miei compagni di viaggio che la strada e’ sterrata ma la vista si dice sia migliore rispetto alla 862 che e’ in condizioni migliori. Tutto ok. il primo sterrato islandese, non e’ molto impegnativo ma gli scenari sono da urlo.

Strada 864 per Dettifoss

Arriviamo alla cascata Dettifoss e se questo e’ solo l’inizio….

Strane formazioni rocciose a Dettifoss
siamo nel 2017 o all’inizio dell’era paleolitica. Spettacolo!
il percorso per raggiungere a piedi la cascata Dettifoss
Cascate Dettifoss
Cascata Dettifoss

Decidiamo che lo sterrato e’ divertente e invece di tornare indietro e riprendere la strada 1, proseguiamo fino alla costa

Il mare a Manarbakki strada 85

per poi seguirla sulla 85 asfaltata e scendere di nuovo a sud passando dalla cittadina di Husavik, famosa per le balene. Non ne vediamo (per oggi) ma ci fermiamo a mangiare una pizza gigante in un bel ristorantino. Alle 7 si decide di raggiunegere Akureyri piu’ grande e ad un oretta di distanza per cercare da dormire.
Si arriva alle 8 passate ma il sole in questo periodo non tromonda mai e ci aiuta a trovare un ottimo campeggio. Nessuna a voglia di montare la tenda, chiedo al ragazzo alla reception se hanno qualcosa al coperto. La fortuna inizia a girare. ha una loft, in pratica una mansarda condivisa dentro ad una casetta adibita ad hostello. la casa e’ in legno e siamo i soli ospiti.

Akureyri il loft a nostra disposizione per la prima notte in Islanda

Intanto i primi a fare le spese del primo sterrato islandese sono i miei stivali TCX (grazie alla TCX per aver ignorato la mia email, questa foto e’ per voi).

L’Islanda e’ un ambiente duro i primi a farne le spese sono i miei stivali

Doccia e a letto. il tutto per 8 euro a testa.

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