I giardini perduti di Heligan

Guardate questa foto. No, un momento, non guardatela di sfuggita, e non guardatela neanche attentamente. Semplicemente, fate un profondo respiro, liberate la mente e osservate..

GiardiniPerdutidiHeligan

Non so a voi ma a me vedere questa figura con quell’espressione serena adagiata come se fosse un tutt’uno con la terra mi fa venire voglia di fare lo stesso, sdraiarmi sulla terra chiudere gli occhi e con la mano sentire il battito di madre natura che vive.

Qualche post fa vi parlai dell’Eden Project, in Cornovaglia, la più grande foresta pluviale in serra e di come questo progetto fosse riuscito in dieci anni ad unire cultura per l’ambiente, ricerca, solidarietà e profitti. Alla faccia di tutti i fanatici dell’atomo (radioattivo). Bene, a una decina di chilometri di distanza dall’Eden Project si trovano i giardini perduti di Heligan.

La storia della tenuta Heligan ha un sapore magico. Appartenuta alla ricca famiglia dei Tremayne, fin dal lontano 1603 i 400 ettari della tenuta sono stati coltivati e curati con cura maniacale e con notevoli manie di grandezza tipiche dei suoi proprietari,.Giardini, orti, persino una giungla sub tropicale. Questo fino ai primi anni del XIX secolo quando i ventidue giardinieri che la curavano partirono per la grande guerra e più della metà non fece ritorno. La casa divenne un ospedale per ufficiali e i giardini abbandonati a se stessi. Nel 1990 però, proprio il fondatore dell’Eden Project passando da quelle parti intravide, in mezzo al groviglio di rovi e edere che copriva tutto, la magia di un tempo. Riportati al loro splendore originario, oggi rappresentano il più grande progetto di ristrutturazione di giardini dell’intera Europa. Fra le loro principali attrattive figura una collezione di rododendri giganti portati dall’Himalaya da Sir Joseph Hooker, famoso collezionista di piante, fra il 1847 e il ’49: uno di loro ha rami lunghi quasi 26 metri.- E poi un giardino italiano che si ispira alle rovine di Pompei e Ercolano; un giardino della Meridiana con l’orologio solare restaurato e maestose bordure erbacee, fra cui una verbena color porpora; una giungla subtropicale dove enormi conifere si alternano a felci dall’aspetto preistorico, tunnel di bambù, palme, rododendri e rabarbaro che prosperano nel clima generalmente mite della Cornovaglia.- Infine rare specie d’alberi provenienti da ogni parte del globo, compreso uno dei pini neri più alti del mondo. Curiosi sono anche gli orti e i frutteti, coltivati con quella combinazione di megalomania e durissimo lavoro che li ha visti nascere nell’epoca vittoriana.

Questo è il sito se volete maggiori informazioni I Giardini Perduti di Heligan

2 Risposte a “I giardini perduti di Heligan”

  1. Che meraviglia… hai ragione istintivamente verrebbe voglia di provare a fare la stessa cosa, per entrare in empatia con la terra.
    Un abbraccio
    Mara

  2. …terra scura, morbide colline verdi, scogliere a picco su un mare ruggente, antichi viottoli di villaggi di pescatori, placidi porticcioli, solitari e bianchi fari che punteggiano l’orizzonte accarezzati dal vento dell’oceano…

    …il richiamo della Cornovaglia.

    suggerisco di smettere di resistere.

    Ciao, un abbraccio a tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.