Gli occhi

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Al di la dell’armonia poetica racchiusa nella frase penso che sia assolutamente vero, a dimostrazione di quanto incredibile e meraviglioso sia l’essere umano e di quanto unico sia il dono che Dio (o la natura, a seconda dei punti di vista)  ci abbia donato. Ecco perché penso anche che non sia giusto che noi lo nascondiamo o peggio ancora costringiamo altri a nasconderlo. Di sicuro vi starete chiedendo cosa diavolo abbia fumato e se magari abbia intenzione di pubblicare qui il nome del mio pusher…ma tranquilli sono sobrio e diciamo anche coi piedi e la mente ancorati a terra. Ma pensateci bene… credo sia capitato a tutti di guardare negli occhi qualcuno e capire lo stato d’animo di quella persona in quel momento, di “sentire” in qualche modo le sue emozioni in quell’istante. Rabbia, stupore, gioia, ma anche dolore, tristezza, imbarazzo ditemi voi che cosa gli occhi non dicono di noi…gli occhi comunica emozioni senza bisogno di parole, di un linguaggio, di un alfabeto o di fredde regole grammaticali… non so come sia possibile ciò, magari qualche filosofo o poeta ne conosce la risposta ma quello che so’ di certo e che questo è un dono assolutamente incredibile. Purtroppo però non sempre è facile rendersene conto o magari come spesso succede a me è più facile dimenticarsene. Però nel mio caso, vivendo all’estero, ogni giorno è un continuo scoprire se stessi attraverso gli altri e le loro diverse culture in questo modo capita che sia quasi sempre una situazione inaspettata a riportare il mio cervello e soprattutto la mia anima in carreggiata. Inaspettata come la figura che mi sono trovato di fronte questa mattina nell’aprire la porta del palazzo. Una figura minuta completamente avvolta e coperta dalla testa ai piedi nel burqa, il pesante abito azzurro che copre anche gli occhi con una fitta retina di tessuto, a differenza del normale velo usato dalla maggior parte delle donne mussulmane. Non ho potuto evitarla come non ho potuto non guardarla…i nostri sguardi si sono incrociati ne sono sicuro… lei ha visto i miei occhi ed miei occhi, ne sono altrettanto sicuro, gli hanno parlato…comunicandogli tutto il mio vergognoso disagio. Io ho subito cercato istintivamente dietro quelle fitte retina di tessuto i suoi di occhi… ma invano, E’ stato come guardare nel vuoto, perdere l’orientamento dentro una stanza buia. Come sentirsi precipitare aspettando di toccare il fondo che invece non arriva mai lasciandoti il cuore in sospeso incapace di generare o recepire altre emozioni. Ho urtato il suo braccio con il mio zaino mentre la incrociavo. “Sorry” ho detto fermandomi… scrutando ancora insistentemente dietro quella velo. “Sorry” mi ha risposto lei guardando i miei occhi per poi quasi immediatamente abbassare il capo e proseguire. Cavolo quanto è sembrato freddo quel “Sorry” senza l’emozione di uno sguardo… qualsiasi fosse stato… irritato, arrabbiato, felice, malinconico, a disagio o dolorante oppure falso o sincero…qualsiasi…non aveva nessuna importanza cosa mi potesse trasmettesse bastava che fosse qualcosa che provenisse dalla sua anima. Ecco perché, nonostante abbia ormai imparato a guardare con curiosità e rispetto alle diverse culture che fino ad ora ho incontrato sul mio cammino, non me la sento di accettare questo modo di coprire o nascondere gli occhi di un essere umano. Sinceramente non me ne frega assolutamente niente di leggere…che in alcuni paesi occidentali si voglia vietare l’uso del burqa per motivi di sicurezza o che qualche politico con pruriti femministi lanci anatemi di condanna verso questo abito azzurro…se dietro quell’abito si nasconde un terrorista o un delinquente non mi interessa…quello che mi importa e poter ascoltare non solo con le orecchie ma anche con l’anima…anche se è solo per un “Sorry”.

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