L’età

Sono le 10.08. Il Tram arriva come al solito puntualissimo. Salgo infreddolito e mi guardo attorno. C’è poca gente, è meta settimana ma a quest’ora sono ormai tutti in ufficio. Posso finalmente scegliermi un posto seduto e con la spazio per le mie lunghe gambe, anche se in realtà preferirei stare un po’ in piedi dato che tra venti minuti mi aspettano due ore e mezza di macchina verso la contea di Oxfordshire e poi, una volta giunto a destinazione, un lungo e noioso meeting di lavoro di quattro ore. Ma il tram è quasi vuoto, non posso di certo piantarmi in piedi in mezzo al corridoio, meglio sedersi tranquilli e poi adesso che ci penso questa è l’occasione giusta per provare il mio nuovo Kindle. In fondo è proprio per questo che l’ho preso. Da lettore di libri e frequentatore assiduo di aeroporti, settimana scorsa ho deciso, sulle ali dell’entusiasmo di un mio collega, di lasciarmi andare anche io alla Kindle-mania. Basta libri cartacei. Basta con la carta. Basta riempire il bagaglio a mano di tonnellate di libri ogni qual volta debba partire. Basta con il lasciarli, basta con il dimenticarli. Basta sforzarsi ogni volta di volerne infilare un altro nella libreria stracolma e sformata. Basta.

La signora dal lato opposto però non credo la pensi così. Lei sta leggendo un classico libro fatto di pagine vere e carta. A volte mi viene da pensare che forse il presente è già futuro solo per noi maniaci e smanettoni digitali. Pazienza. Io intanto mi tuffo nella lettura a schermo, lasciando che il tram mi culli dolcemente tra una fermata e l’altra.

<E’ un Kindle? Cosa ne pensa?>

La voce profonda mi strappa la mente dalla lettura. Alzo gli occhi e sul sedile di fronte, vuoto fino a pochi secondo fa, ora mi ritrovo un signore dal simpatico viso rotondo, e un paio di folti e grigi baffi. con un cappotto che lo fa sembrare ancora più tondo e basso, e sulla testa un cappello Bunnet, molto british. Appoggia le mani tozze incrociandole sul manico del bastone da passeggio che tiene dritto davanti a se. Avrà non meno di settantacinque anni. Possibile che sia davvero lui ad aver pronunciato la parola Kindle? Aspetto di esserne sicuro.

<Come ci si trova?> Mi dice guardandomi negli occhi e indicando proprio il Kindle che tengo in mano.

<A dire la verità l’ho preso solo la settimana scorsa e questa è la prima volta che lo uso, ma sembra molto comodo e leggero> accenno <e si legge molto bene>

<E’ eccezionale> aggiunge.

Sono tra lo stupito e il sorpreso. Ma forse ho capito male.

<Io mi trovo benissimo> continua. No, non ho capito male. E non resisto dal non domandarglielo.

<Ne ha uno anche lei?>

<Sicuro> dice tirando fuori con po’ di fatica dalla tasca del cappotto il suo, chiuso dentro un’elegante custodia di pelle nera e lucida. Lo apre, lo accende mostrando la sua collezione di libri digitali.

<Si può aumentare la dimensione dei font> e con naturalezza muove le tozze dita sui piccoli tasti spostando il cursore nel menu impostazioni e poi selezionando dimensioni carattere <non c’è bisogno di salvare il segnalibro, per ogni libro si ricorda la pagina in cui ho smesso di leggere e poi posso scrivere appunti direttamente nelle pagine. E con la connessione 3G gratuita posso comprare i libri senza uscire di casa>

<E’ veramente rivoluzionario> balbetto qualcosa del genere.

Spalanca gli occhi <Oh lo è davvero. l’e-ink non stanca la vista come gli schermi retroilluminati. La luce si riflette come sulle pagine di un libro vero>

Vorrei veramente chiedergli l’età, a costo di sembrare maleducato. Vorrei chiedergli il nome per essere sicuro che non sia lui il signor Kindle, ammesso che esista. Ma vorrei soprattutto catturare un po’ di quell’entusiasmo che le sue parole e i suoi gesti sprigionano per quel piccolo pezzo di futuro che tiene stretto tra le rugose mani. Non è la prima volta che mi capita. Ricordo quando vivevo in America, il primo anno, presi un appuntamento presso una grossa azienda specializzata in questioni burocratiche e fiscali per farmi aiutare a compilare correttamente i moduli per il pagamento delle tasse. Quando arrivai negli uffici, dietro al bancone all’ingresso, mi ritrovai una segretaria di almeno ottant’anni. Non scherzo!. Magra e traballante, che impiegava almeno cinque minuti ad andare dal bancone alla porta del primo ufficio, se l’aria condizionata era al minimo. Eppure quando ebbi finito e andai a saldare il conto prese a digitare sul computer che aveva davanti con una velocità impressionate e quando a un certo punto la stampante si bloccò, mandando in panico la ben più giovane collega, lei aprì la macchina, sostituì il toner esaurito e reimpostò il tutto, lasciandomi a bocca aperta.

Tra poco devo scendere ma lasciare morire la conversazione adesso sarebbe un delitto atroce. Lo stuzzico ancora con domande e affermazioni a metà strada tra il filosofico e il tecnologico portandolo a guardare indietro nel passato e avanti nel futuro. Mi sembra di parlare con un saggio ragazzino curioso invece che con uno stanco vecchio dai baffi grigi. Fossi in Italia impacchetterei lui e il suo Kindle e me lo porterei a casa. Fossi in Italia mi avrebbe sicuramente detto… “Ah, ai miei tempi si stava meglio…”

2 Risposte a “L’età”

  1. Il signore anziano è molto più avanti di me! Conosco la parola e-book , ma kindle mi giunge nuova….devo aggiornarmi. Dici che sta veramente finendo l’epoca del cartaceo? Secondo me il fatto di avere a disposione tanti mezzi tecnologici è soltanto una possibilità in più. A proposito come va il tuo libro? Ciao

  2. Ciao Giuseppe, non preoccuparti il Kindle era sconosciuto anche a me fino a un paio di settimane fa. Sinceramente spero che questi lettori di e-book sostituiscano presto i libri cartacei. Gli ebook hanno un impatto economico e ambientale notevolemente inferiore rispetto a quelli cartacei e con una piu’ elevata circolazione (basti pensare che con il kindle si possono acquistare direttamente dal lettore ovunque ci si trovi).
    Il mio di libro invece e’ ancora fermo al secondo capitolo…spero di avere un po’ di tempo libero nei prossimi mesi ma la vedo dura.

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