Il portone d’ingresso

Ma dico io perché’ ogni tanto la sfiga non può guardare da una altra parte ? Lo scorso venerdì sera esco dall’ufficio e mi dirigo a casa con ben in mente il programma per il weekend. Mentre trotterello felice ripasso il meticoloso piano. Sabato mattina 8.30 spesa, c’è poca gente in giro a quell’ora e si fa presto, poi veloce a casa per buttare tutto in frigo…stavolta ricordandomi di togliere prima la roba del bagno per evitare di nuovo di pulirmi il posteriore con carta igienica made in England a 5 gradi sopra lo zero. poi velocissimamente fuori per colazione e posto in prima file al caffè Nero in attesa del resto della ciurma. verso le dieci capatina in quella meraviglia che è la libraria universitaria, quattro piani di libri e tonnellate di gnocca. Poi…poi e poi un paio di palle! mi avvicino all’ingresso del palazzo passo la chiave elettronica davanti al sensore che invece di fare beep fa gneee…che in gergo prettamente tecnico significa…”Luca Rognoni, appartamento 308, terzo piano, ce lo hai in quel posto” Bene! Riprovo, gneee…pulisco il tutto riprovo….gneee. Al decimo gneee mi aggrappo al maniglione di questa stramaledetta porta di cristallo anti proiettile rinforzato ma non si muove di un millimetro. Guardo dai vetri e vedo il portinaio. Mi sbraccio, mi agito, faccio due capriole, due balletti con piroetta e atterraggio sulle punte ma quello niente, continua a leggere. Allora suono, cosa non lo so. Un citofono più complicato di quello lo devono ancora inventare. “si chi e'” “hmmm mi scusi abito al terzo piano ma sembra che il portone abbia qualche problema mi puo aprire?” “hmm veramente…ecco” Benedetto il cielo onnipotente, sento nella sua voce un filino di indecisione “non so come funziona il citofono aspetti che provo…” dimenticavo che un citofono più complicato era già stato inventato quello negli appartamenti “è aperto?” “no” “è aperto?” “no”, “adesso?” “noooo!” “lei non sa mica quale pulsante devo schiacciare?” “se potessi entrare verrei a farglielo vedere ma…” quindici piani di palazzo, centinaia di appartamenti, ho citofonato all’unico messo peggio di me. Inizio ad intuire che non sarà un fine settimana facile. Nel frattempo alle spalle spunta uno tizio carico di borse della spesa, si avvicina al citofono passa la sua chiave elettronica davanti al sensore e la porta si apre. Intanto dal citofono “si e’ aperto?” “si si lasci stare prima che si blocchi tutto di nuovo. grazie” Mi accodo al tizio ed entro…fiuuuu che ciapet pensavo il peggio. Passo davanti al banco del portinaio che finalmente mi vede e mi sorride con il suo faccione rotondo reso ancora più buffo dai lineamenti asiatici. Penso “Dannazione a te è tre ore che zompetto la fuori per attirare l’attenzione!!” ma va bene, proseguo e mi avvicino alla seconda porta interna che da agli ascensori, passo nuovamente la chiave elettronica davanti al sensore e gnneeee NOOOOO! ma porca, stramaledetta porca di quella miseria. Il tizio entrato insieme a me mi guarda e poi prova la sua… beep allora torno sui miei passi e vado dal portinaio…”come mai la mia chiave non funziona” gli chiedo con un filo di irritazione, ma giusto un filo. “hai compilato il modulo?” “che modulo?” “questo!” “e dove lo prendo” “dovresti averlo nella posta” “nella posta non ho trovato alcun modulo” “ahhh allora si sono dimenticati anche a te di lasciartelo nella posta” “e quindi ???” “e…beh…allora…noi non li abbiamo e non possiamo fare niente perché’ le porte elettroniche sono gestite da una azienda esterna e loro hanno disabilitato le chiavi dal computer degli appartamenti non occupati mentre quelli occupati dovevano compilare e riconsegnare il modulo che hanno distribuito…” “ok ok” lo blocco “ma io come diavolo entro nel palazzo adesso?” “devono venire loro, tu lasciami i tuoi dati” “si ma quando vengono…giusto per avere un idea” “Venerdì prossimo” “Ma vaffanculo” “come?” “no è un espressione tipica italiana per dire accipicchia!” “ehhh” sospira “pensa che anche il parcheggio sotterraneo funziona con quella chiave e tu non sei l’unico…ogni tanto devo correre ad aprire il cancello altrimenti la fila di macchina arriva fino in strada!”
“ma una serratura normale” gli dico “…con una chiave magari tipo quelle dei tombini in ferro battuto a mano da sei chili non era meglio e più semplice ? almeno non ci saremmo trovati in sto casino per un intera settimana!”

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