Hung Parliament!

Non succedeva dal 1970. E dal 1832 è successo solo nove volte. E qui ci vuole un bel “urca la peppa”.

C’è fermento questa mattina in Inghilterra. Che succederà ora ? Si domandano un po’ tutti. Ma soprattutto ce la farà Gordon Brown ?

Io che non sopporto la politica (italiana). E soprattutto non sopporto (TUTTI) i politici (italiani) devo onestamente ammettere che queste elezioni inglesi mi stanno veramente intrigando. La tradizione secolare del sistema politico britannico che si scontra con la politica moderna… che spettacolo! C’è incertezza nel paese, nonostante l’affluenza si stata altissima. Addirittura code ai seggi elettorali e anche un po’ di confusione, strano a dirsi qui. Il senso di responsabilità in questo paese, come accennavo in un post precedente, è altissimo. Quando le cose vanno male e i tempi sono duri, tutti vogliono contribuire a cambiare. Forse questa volta le cose vanno talmente male che è veramente difficile capire quale direzione sia veramente la meno dolorosa da prendere. Conseguenza di ciò : Hung Parliament.

Ma cosa diavolo e’ un Hung Parliament ?

Questa mattina mi sono divertito a leggere alcuni siti internet (solo quelli per carità) dei principali “giornalini” italiani. Tranquilli sia di destra, che di sinistra (lo sottolineo dato che per la maggior parte di voi italiani la vita è tutta in funzione di destra o di sinistra). Bene, mi sono talmente divertito a leggere le assurdità su cosa fosse e come funzionasse un hung parliament che non ho potuto fare a meno di fare ridere anche i miei colleghi inglesi in ufficio.

Nel Parlamento inglese ci sono 650 seggi. Un partito politico per avere la maggioranza deve ottenerne 326. Vince le elezioni chi ottiene il maggior numero di seggi. Ma governa il partito che ha ottenuto la maggioranza dei seggi (almeno 326). Ma cosa succede se il partito vincitore non ha ottenuto almeno 326 seggi per poter governare ? Si ha l’hung Parliament. In un hung Parliament la maggioranza alla Camera dei Comuni NON è obbligatoria per governare. Ma è il primo ministro uscente che spetta decidere il da farsi scegliendo tra diverse opzioni

– Formare quello che viene chiamato un governo di minoranza. E provare a governare anche senza la maggioranza dei seggi. E’ già successo anche se poi ha portato alle inevitabili nuove elezioni.

– Cercare un patto. in genere con un partito minore che però garantisca quel numero di seggi che mancano a raggiungere la maggioranza. Un patto è un opzione ovviamente che non garantisce l’assoluta stabilità (noi in Italia ne sappiamo qualcosa)

– Cercare di formare una coalizione. Più formale del patto ma comunque sempre soggetta ad instabilità

– Andare dalla Regina, e dare le dimissioni indicando (dopo aver discusso con gli altri partiti) il leader di un partito (in genere quello che ha ottenuto il maggior numero di seggi) come in grado (se lo è veramente) di formare un governo minoritario o un patto/coalizione). In genere questo non succede, si preferisce non disturbare la Regina con questioni politiche.

– Ultimissima spiaggia – nuove elezioni nel frattempo il paese viene governato temporaneamente dal governo uscente.

Discorso a parte merita invece il famosissimo Queen’s Speach. Il discorso del sovrano al parlamento riunito. Un evento spettacolare di lunga tradizione (spero di offrirvi immagini del prossimo tra qualche giorno) in cui il sovrano, la Regina in questo caso, inaugura una nuova legislatura dando la propria fiducia.  In realtà non fa altro che leggere una dichiarazione di approvazione redatta dal Gabinetto. E qui, lo stesso Gabinetto, per voce della Regina, può negare l’approvazione ad un governo minoritario o di coalizione se ritenuto non in grado di governare. Alche’ si andrebbe a nuove elezioni.

Insomma è complicato ma è bellissimo vedere come le situazioni, e le tradizioni si rincorrano. La cosa non succedeva da quarant’anni e ha spiazzato un po’ tutti.

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