Sulle tracce di Jack

Proprio un paio di sere fa stavo riguardando l’avvincente film “La vera storia di Jack lo squartatore” con un ottimo Johnny Depp e un ottimo Ian Holm. Un bel film che riproduce perfettamente le atmosfere londinesi di fine ottocento. Quelle atmosfere autunnali tra i vicoli bui e le strade ciottolate avvolte nell’umida foschia serale dei quartieri poveri, con Il rumore degli zoccoli dei cavalli delle carrozze che sfrecciano veloci. Dove a emergere dai colori sporchi e dai forti odori sono soprattutto l’emarginazione e la sopravvivenza. E’ la Londra degli ultimi anni della regina Vittoria, di un’Inghilterra che sta passando attraverso grandi cambiamenti sociali, culturali ed economici. Un impero vastissimo, una rivoluzione industriale appena iniziata. Londra è già una metropoli ma, a parte pochi piccoli quartieri benestanti, è fondamentalmente un’enorme ritrovo per ogni sorta di disperato essere umano. In particolare l’East End, noto per la numerosa presenza di prostitute e locali, è l’emblema della povertà londinese di fine 800. In quegli anni nel solo quartiere di Whitechapel si contano più di 1200 prostitute e una serie infinita di crimini e criminali, tra cui il più famoso di tutti: Jack lo squartatore (Jack the ripper).

Devo essere sincero, quel microcosmo del passato londinese e le sue cupe e crude atmosfere mi hanno sempre affascinato da un punto di vista socio-culturale e ogni volta che mi capita di vedere o leggere qualcosa di quel periodo e di quei luoghi la mia curiosità e la mia immaginazione si svegliano.

Come è oggi Whitechapel? Una domanda che non posso fare a meno di chiedermi alla fine del film. Ovviamente non è più un quartiere malfamato e squallido, tanto meno cupo e pericoloso, i tempi sono cambiati e anche se sono trascorsi solamente 120 anni, Londra è passata attraverso numerosi avvenimenti e profonde trasformazioni. Quello che in realtà mi incuriosisce però è capire quanto di quelle atmosfere si sono perse nel tempo e quanto ancora oggi invece si riesce a respirarne o magari anche solo a immaginare?

E’ a questo punto che mi viene un’idea.

Tra due giorni sono a Londra per lavoro, e anche se il tempo a disposizione non mi permette di prendere parte a uno dei numerosi tour per turisti che si snodano per le vie di Whitechapel, posso allungare la giornata di un paio di ore (c’è un treno per il ritorno a Nottingham alle 22.15) e tentare di seguire le tracce di Jack the ripper in cerca di quello che ne rimane oggi di quella Londra di fine 800. L’idea è tanto semplice quanto intrigante. Le vittime di Jack lo squartatore sono state tutte prostitute. Spulciando su internet e leggendo i rapporti della polizia e di Scotland Yard dell’epoca, una delle cose più interessanti che ne emerge sono le testimonianze. In particolare quelle relative alle vittime. Alcune infatti vennero viste per l’ultima volta in alcuni pub del quartiere prima di venire uccise. I pub in quel periodo, e in quel particolare quartiere, erano numerosi e le prostitute facevano la spola da uno all’altro nel cercare nuovi clienti. La prostituzione era illegale e se una donna veniva vista ferma a un angolo in atteggiamenti equivoci con dei possibili clienti veniva immediatamente arrestata. Ecco perché’ le prostitute erano in continuo movimento, spesso anche solo facendo in continuo il giro di un edificio o percorrendo il tragitto da un pub all’altro. Nei pub, o semplicemente fuori da essi, si avevano ovviamente le maggiori probabilità di trovare clienti a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Saranno dunque i pub a tracciare il percorso del mio personalissimo tour nella Whitechapel di Jack. Quegli stessi pub che le donne usavano frequentare ogni giorno in una sorta di percorso di sopravvivenza in cerca di clienti.

Ci sono diversi pub che entrano in un modo o nell’altro nelle vicende di Jack lo squartatore. Ne scelgo cinque, cinque tappe che disegnano anche un immaginario percorso tra gli eventi principali accaduti tra il Febbraio e il Novembre del 1888, oltre che tra i luoghi del quartiere di  Whitechapel. Se qualche traccia di quella Londra dalle atmosfere cupe e grigie è in qualche modo sopravvissuta al passaggio del tempo e ai suoi stravolgimenti allora con un po’ di fortuna e pazienza dovrei scovarla.

Inizio dal Prince Albert pub. Qui la mattina dell’8 Settembre 1888, giorno in cui viene uccisa Annie Chapman, due testimoni: Mrs Fiddymont e Mary Chappel notano un uomo sospetto ordinare da bere, per poi uscire subito. L’uomo viene seguito per un po’ da Joseph Taylor su indicazione delle due donne. Vestito discretamente bene non molto alto, si stringe nel cappotto con fare sospetto, ma viene perso pochi isolati dopo nella confusione della via. Il Prince Albert si trova in Brushfields Street a pochi minuti a piedi dalla stazione della metropolitana di Liverpool Street. Imbocco la stessa via sulla quale le due donne e Joseph Taylor seguirono lo strano individuo. Cerco di immaginare la confusione di persone nella via di quella mattina. Solo alcuni edifici all’estremità sud sono ancora quelli di fine ‘800, oggi però ospitano ristoranti e negozi. Tutto il resto invece è stato praticamente costruito nuovo a partire dagli anni ‘50. In questa via da alcune foto dei primi anni 900, quindi una ventina d’anni dopo gli eventi di Jack, si nota la confusione di bancarelle, carri, cavalli. un via vai confuso di merci, e persone, Oggi è tutto in ordine con ampi marciapiedi poco frequentati rispetto a quell’epoca non tanto lontana di fine ’800. La via ha completamente cambiato non solo l’aspetto ma anche la sua funzione. Arrivo al numero 21 per scoprire che il Prince Albert pub se ne andato con l’atmosfera della vecchia Brushfield Street. Il pub è stato demolito intorno agli ‘60, Pazienza.

Brushfield_Street

Al fondo di Brushfield Street sbocco in Commercial Street di fronte la bianca figura slanciata della Christ Church, la chiesa anglicana è stata costruita tra il il 1714 e il 1729 ma attraverso gli anni ha subito diversi cambiamenti, sia all’interno che all’esterno. La guardo perplesso. le quattro alte colonne all’ingresso e la forma stretta e slanciata le danno ormai i connotati di una chiesa sospesa a meta tra fievoli rimembranze di passato e una sterile modernità’. Anche lei ha perso per sempre la propria antica anima. Attraverso Commercial Street e a pochi passi dalla chiesa, all’angolo con Fournier Street trovo il Ten Bells pub.

Ten Bells Pub - 2-2

E’ ancora, li a ostentare timidamente il suo stile vittoriano a distanza di più di 120 anni. In realtà il pub è antecedente gli eventi di Jack, nel 1775 il locale era già conosciuto con il nome Eight Bells Alehouse. L’esterno colpisce a prima vista. I proprietari hanno voluto mantenere inalterato il caratteristico aspetto dei locali dell’epoca Vittoriana. Le ampie vetrate in legno e l’ingresso a colonne restituiscono pienamente l’atmosfera di quella Londra di fine 800 e soprattutto del quartiere. Anche all’interno lo stile rimane intatto, un po’ meno l’atmosfera ovviamente, molto più moderna. Questo è il pub che due delle vittime di Jack erano solite frequentare: Annie Chapman venne vista da un testimone, nel giorno stesso del suo assassinio, l’8 settembre 1888, alle 5 del mattino bere qualcosa per poi essere chiamata fuori da un uomo. Sempre qui al Ten Bells anche Mary Kelly, la quinta e ultima vittima di Jack veniva spesso in cerca di clienti. Il luogo era molto frequentato anche per il fatto di trovarsi di fronte al mercato che animava Commercial Street e la Brushfield Street. Il movimento e soprattutto la confusione di allora, oggi si intravedono appena, oltre che essere di tutt’altro tipo. Se tutto attorno l’atmosfera si è persa devo ammettere che il Ten Bells con il suo insistito e ricercato stile Vittoriano è una piacevole goccia nel mare della modernità di Whitechapel.

[Le due foto sotto sovrapposte mostrano la Commercial Street all’inizio del 1900 e quella invece di oggi. Il Ten Bells pub è al pian terreno dell’edificio bianco in lontananza sulla destra. Mentre il pub Britannia, oggi demolito, era all’angolo dell’edificio in primo piano sulla sinistra]

Proseguo incamminandomi lungo Commercial Street, direzione sud, per un centinaio di metri, all’angolo con White’s Row mi accorgo che Dorset Street, la via precedente, non esiste più. Qui al suo angolo c’era il pub Britannia. Anche lui demolito e dimenticato dal passaggio del tempo. In quel pub, la notte dell’uccisione di Mary Kelly, la giovane vittima venne vista per l’ultima volta ubriaca da alcuni testimoni. Ma è la Dorset Street, o quello che rimane, che provo a cercare in mezzo a questa invadente modernità. Alla fine dell’ottocento la via era considerata “the worst street in London”, la peggiore via di Londra. I delitti commessi qui furono numerosi, e proseguirono fino agli inizi del 900. Il peggiore e forse più macabro è sicuramente stato proprio quello di Mary Kelly, uccisa nella sua camera da letto da Jack. Fu il quinto e ultimo assassinio e anche il più brutale quasi a ribadire la fama di Dorset Street. Qui oggi non c’è più quasi niente della vecchia strada. Al posto dell’edificio in cui aveva preso in affitto una minuscola stanza la povera Mary Kelly oggi c’è l’enorme mercato di frutta e verdura e un parcheggio. Nel punto esatto del piccolo arco che portava all’ingresso dell’edificio, oggi si può solo vedere per terra sul marciapiedi lo spazio vuoto delimitato delle pietre rimaste. Un po’ deluso non posso fare altro che constatare come la via non solo abbia perso il suo famoso e triste nome ma anche l’atmosfera cupa e sofferente della Whitechapel più povera.

[La vecchia Dorset Street, nel 1902]

Dorset-street-1902

[E la nuova Dorset Street, che in realtà è ormai solo una via privata senza quasi più un nome]

Dorset Street oggi-2

Attraverso la Commercial Street e raggiungo il lato opposto della strada. All’angolo con Fashion Street mi fermo guardandomi intorno ma al numero 74, del Queens Head pub non trovo traccia nonostante l’edificio del 1847 sia ancora li. Al suo posto al pian terreno l’attività presente è stata dismessa e ora le vetrate chiuse accentuano il senso di abbandono. Elizabeth Stride, la terza vittima di Jack, era una frequentatrice abituale del Queen’s Head pub, qui venne vista dalla sua padrona di casa per l’ultima volta alla sera del 30 settembre, poche ore prima di essere trovata morta in Bermer Street. Sempre a questo angolo, proprio fuori dal pub, e probabilmente sotto il lampione a cui mi trovo ora, per la prima volta un testimone riuscì a vedere il volto di Jack, anche se tutto difficilmente confermabile. Un certo George Hutchinson vide Mary Kelly (la quinta vittima di Jack) parlare con un uomo in cappotto dal fare piuttosto sospetto. Li segui entrambi fino alla casa di Mary ma solo dopo tre giorni dall’omicidio della donna, il testimone ne diede un’accurata descrizione alla polizia. Mi sforzo di immaginare il luogo ma nonostante la stretta Fashion Street con alcuni edifici a due piani di inizio secolo non riesco a vedere che poche tracce della Whitechapel di fine ottocento.

Lentamente riprendo la camminata sempre in direzione sud sulla Commercial Street, dopo tre isolati arrivo all’angolo con Wentworth Street e li, proprio all’angolo, mi trovo davanti il Princess Alice. La palazzina è decisamente cambiata d’aspetto negli anni anche per colpa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma il pub ha resistito, seppur parecchio rimodernato. Il pub è legato agli avvenimenti di Jack per due nomi: Leather Apron e Frances Coles. Il primo fu uno dei principali sospettati nella vicenda di Jack lo squartatore, Venne arrestato nel 1888 dopo i primi due omicidi ma dall’interrogatorio ne emerse solo un alibi di ferro e venne rilasciato. Frances Coles, anche lei solita frequentare il pub, venne invece uccisa nel 1891, tre anni dopo i cinque omicidi di Jack. Sebbene simile in alcuni particolari, l’assasinio di Frances Coles, mancava però delle macabre caratteristiche tipiche dei delitti di Jack e non venne mai attribuito allo stesso Jack. Whitechapel era non solo un luogo sovrappopolato di gente povera ma anche traboccante di violenza e rimase tale fino agli inizi del 900. Anche qui a stento riesco a immaginarmi la via, le persone, i rumori e le voci di più di un secolo fa. Troppi i negozi e gli uffici tutto attorno che rendono anche questa parte della Commercial Street completamente anonima.

princessalice1

La mia ricerca dell’anima di Whitechapel di fine ‘800 si conclude qui con un lungo sospiro. Sapevo che non sarebbe stato facile scovare tracce di quelle atmosfere. Whitechapel oggi è parte della city. Un‘area moderna, ricca, proiettata nel futuro e in continua corsa. Le piccole attività si mischiano alle grandi. Edifici nuovi soffocano quelli vecchi alla stessa velocità con cui si muove tutto. La vecchia Whitechapel era completamente l’opposto, la sua anima credo proprio si sia persa quando il quartiere ha iniziato a fiorire da un punto di vista commerciale, passando da quartiere povero e malfamato a benestante e speculativo. Ritorno sui miei passi di certo non deluso, Londra è un grande gigante cosmopolita che rigurgita storia e sorprese a ogni angolo, da qualche parte quelle atmosfere sono sicuro si respirano ancora.

Mi incammino sulla Bell Lane, la via parallela alla Commercial Street questa volta in direzione nord verso la fermata della metropolitana di Liverpool Street. Incrocio la White’s Row e ritrovo la Brushfield Street, proprio davanti a me, in fondo alla strada. Attraverso la stretta via e intravedo nella confusione della gente un uomo in cappotto scuro e cappello che prende deciso la stradina alla destra che io invece non avevo affatto notato. Per un attimo ho quasi l’impressione di vedere Jack dentro quel misterioso cappotto. Istintivamente lo seguo senza saperne il motivo. Le stradine si moltiplicano diventando sempre più strette e intricate, ma dove vado e dove sono. Alzo gli occhi: Artillery Street. Ho perso sia l’orientamento che “Jack”. Mi fermo estraniato e confuso. Mi guardo attorno e scopro un angolo di Whitechapel che mi fa quasi gridare dalla sorpresa.

4_artillery-ln2-2

ArtilleryPassage

kingsstores

Percorro Artillery Street a bocca aperta, poi Widegate Street e mi fermo esattamente all’incrocio tra le due stradine. Tutto attorno edifici a due o tre piani d’inizio secolo che si affacciano sugli stretti marciapiedi. Per un attimo sento i rumori, gli odori, e il cuore pulsante del vecchio quartiere di fine ‘800. Alla mia destra, la porta del Kings Stores pub si apre e il misterioso “Jack” si infila dentro. Mi riempio gli occhi con tutto quello che posso e prima che tutto svanisca entro velocemente anche io. Finalmente sono arrivato nella Whitechapel di Jack.

Proprio un paio di sere fa stavo riguardando l’avvincente film “La vera storia di Jack lo squartatore” con un ottimo Johnny Depp e un ottimo Ian Holm. Un bel film che riproduce perfettamente le atmosfere londinesi di fine ottocento. Quelle atmosfere autunnali tra i vicoli bui e le strade ciottolate avvolte nell’umida foschia serale dei quartieri poveri, con Il rumore degli zoccoli dei cavalli delle carrozze che sfrecciano veloci. Dove a emergere dai colori sporchi e dai forti odori sono soprattutto l’emarginazione e la sopravvivenza. E’ la Londra degli ultimi anni della regina Vittoria, di un’Inghilterra che sta passando attraverso grandi cambiamenti sociali, culturali ed economici. Un impero vastissimo, una rivoluzione industriale appena iniziata. Londra è già una metropoli ma, a parte pochi piccoli quartieri benestanti, è fondamentalmente un’enorme ritrovo per ogni sorta di disperato essere umano. In particolare l’East End, noto per la numerosa presenza di prostitute e locali, è l’emblema della povertà londinese di fine 800. In quegli anni nel solo quartiere di Whitechapel si contano più di 1200 prostitute e una serie infinita di crimini e criminali, tra cui il più famoso di tutti: Jack lo squartatore (Jack the ripper).

Devo essere sincero, quel microcosmo del passato londinese e le sue cupe e crude atmosfere mi hanno sempre affascinato da un punto di vista socio-culturale e ogni volta che mi capita di vedere o leggere qualcosa di quel periodo e di quei luoghi la mia curiosità e la mia immaginazione si svegliano.

Come è oggi Whitechapel? Una domanda che non posso fare a meno di chiedermi alla fine del film. Ovviamente non è più un quartiere malfamato e squallido, tanto meno cupo e pericoloso, i tempi sono cambiati e anche se sono trascorsi solamente 120 anni, Londra è passata attraverso numerosi avvenimenti e profonde trasformazioni. Quello che in realtà mi incuriosisce però è capire quanto di quelle atmosfere si sono perse nel tempo e quanto ancora oggi invece si riesce a respirarne o magari anche solo a immaginare?

E’ a questo punto che mi viene un’idea.

Tra due giorni sono a Londra per lavoro, e anche se il tempo a disposizione non mi permette di prendere parte a uno dei numerosi tour per turisti che si snodano per le vie di Whitechapel, posso allungare la giornata di un paio di ore (c’è un treno per il ritorno a Nottingham alle 22.15) e tentare di seguire le tracce di Jack the ripper in cerca di quello che ne rimane oggi di quella Londra di fine 800. L’idea è tanto semplice quanto intrigante. Le vittime di Jack lo squartatore sono state tutte prostitute. Spulciando su internet e leggendo i rapporti della polizia e di Scotland Yard dell’epoca, una delle cose più interessanti che ne emerge sono le testimonianze. In particolare quelle relative alle vittime. Alcune infatti vennero viste per l’ultima volta in alcuni pub del quartiere prima di venire uccise. I pub in quel periodo, e in quel particolare quartiere, erano numerosi e le prostitute facevano la spola da uno all’altro nel cercare nuovi clienti. La prostituzione era illegale e se una donna veniva vista ferma a un angolo in atteggiamenti equivoci con dei possibili clienti veniva immediatamente arrestata. Ecco perché’ le prostitute erano in continuo movimento, spesso anche solo facendo in continuo il giro di un edificio o percorrendo il tragitto da un pub all’altro. Nei pub, o semplicemente fuori da essi, si avevano ovviamente le maggiori probabilità di trovare clienti a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Saranno dunque i pub a tracciare il percorso del mio personalissimo tour nella Whitechapel di Jack. Quegli stessi pub che le donne usavano frequentare ogni giorno in una sorta di percorso di sopravvivenza in cerca di clienti.

Ci sono diversi pub che entrano in un modo o nell’altro nelle vicende di Jack lo squartatore. Ne scelgo cinque, cinque tappe che disegnano anche un immaginario percorso tra gli eventi principali accaduti tra il Febbraio e il Novembre del 1888, oltre che tra i luoghi del quartiere di  Whitechapel. Se qualche traccia di quella Londra dalle atmosfere cupe e grigie è in qualche modo sopravvissuta al passaggio del tempo e ai suoi stravolgimenti allora con un po’ di fortuna e pazienza dovrei scovarla. 

Inizio dal Prince Albert pub. Qui la mattina dell’8 Settembre 1888, giorno in cui viene uccisa Annie Chapman, due testimoni: Mrs Fiddymont e Mary Chappel notano un uomo sospetto ordinare da bere, per poi uscire subito. L’uomo viene seguito per un po’ da Joseph Taylor su indicazione delle due donne. Vestito discretamente bene non molto alto, si stringe nel cappotto con fare sospetto, ma viene perso pochi isolati dopo nella confusione della via. Il Prince Albert si trova in Brushfields Street a pochi minuti a piedi dalla stazione della metropolitana di Liverpool Street. Imbocco la stessa via sulla quale le due donne e Joseph Taylor seguirono lo strano individuo. Cerco di immaginare la confusione di persone nella via di quella mattina. Solo alcuni edifici all’estremità sud sono ancora quelli di fine ‘800, oggi però ospitano ristoranti e negozi. Tutto il resto invece è stato praticamente costruito nuovo a partire dagli anni ‘50. In questa via da alcune foto dei primi anni 900, quindi una ventina d’anni dopo gli eventi di Jack, si nota la confusione di bancarelle, carri, cavalli. un via vai confuso di merci, e persone, Oggi è tutto in ordine con ampi marciapiedi poco frequentati rispetto a quell’epoca non tanto lontana di fine ’800. La via ha completamente cambiato non solo l’aspetto ma anche la sua funzione. Arrivo al numero 21 per scoprire che il Prince Albert pub se ne andato con l’atmosfera della vecchia Brushfield Street. Il pub è stato demolito intorno agli ‘60, Pazienza.

Brushfield_Street

Al fondo di Brushfield Street sbocco in Commercial Street di fronte la bianca figura slanciata della Christ Church, la chiesa anglicana è stata costruita tra il il 1714 e il 1729 ma attraverso gli anni ha subito diversi cambiamenti, sia all’interno che all’esterno. La guardo perplesso. le quattro alte colonne all’ingresso e la forma stretta e slanciata le danno ormai i connotati di una chiesa sospesa a meta tra fievoli rimembranze di passato e una sterile modernità’. Anche lei ha perso per sempre la propria antica anima. Attraverso Commercial Street e a pochi passi dalla chiesa, all’angolo con Fournier Street trovo il Ten Bells pub.

Ten Bells Pub - 2-2

E’ ancora, li a ostentare timidamente il suo stile vittoriano a distanza di più di 120 anni. In realtà il pub è antecedente gli eventi di Jack, nel 1775 il locale era già conosciuto con il nome Eight Bells Alehouse. L’esterno colpisce a prima vista. I proprietari hanno voluto mantenere inalterato il caratteristico aspetto dei locali dell’epoca Vittoriana. Le ampie vetrate in legno e l’ingresso a colonne restituiscono pienamente l’atmosfera di quella Londra di fine 800 e soprattutto del quartiere. Anche all’interno lo stile rimane intatto, un po’ meno l’atmosfera ovviamente, molto più moderna. Questo è il pub che due delle vittime di Jack erano solite frequentare: Annie Chapman venne vista da un testimone, nel giorno stesso del suo assassinio, l’8 settembre 1888, alle 5 del mattino bere qualcosa per poi essere chiamata fuori da un uomo. Sempre qui al Ten Bells anche Mary Kelly, la quinta e ultima vittima di Jack veniva spesso in cerca di clienti. Il luogo era molto frequentato anche per il fatto di trovarsi di fronte al mercato che animava Commercial Street e la Brushfield Street. Il movimento e soprattutto la confusione di allora, oggi si intravedono appena, oltre che essere di tutt’altro tipo. Se tutto attorno l’atmosfera si è persa devo ammettere che il Ten Bells con il suo insistito e ricercato stile Vittoriano è una piacevole goccia nel mare della modernità di Whitechapel.

[Le due foto sotto sovrapposte mostrano la Commercial Street all’inizio del 1900 e quella invece di oggi. Il Ten Bells pub è al pian terreno dell’edificio bianco in lontananza sulla destra. Mentre il pub Britannia, oggi demolito, era all’angolo dell’edificio in primo piano sulla sinistra]

Proseguo incamminandomi lungo Commercial Street, direzione sud, per un centinaio di metri, all’angolo con White’s Row mi accorgo che Dorset Street, la via precedente, non esiste più. Qui al suo angolo c’era il pub Britannia. Anche lui demolito e dimenticato dal passaggio del tempo. In quel pub, la notte dell’uccisione di Mary Kelly, la giovane vittima venne vista per l’ultima volta ubriaca da alcuni testimoni. Ma è la Dorset Street, o quello che rimane, che provo a cercare in mezzo a questa invadente modernità. Alla fine dell’ottocento la via era considerata "the worst street in London", la peggiore via di Londra. I delitti commessi qui furono numerosi, e proseguirono fino agli inizi del 900. Il peggiore e forse più macabro è sicuramente stato proprio quello di Mary Kelly, uccisa nella sua camera da letto da Jack. Fu il quinto e ultimo assassinio e anche il più brutale quasi a ribadire la fama di Dorset Street. Qui oggi non c’è più quasi niente della vecchia strada. Al posto dell’edificio in cui aveva preso in affitto una minuscola stanza la povera Mary Kelly oggi c’è l’enorme mercato di frutta e verdura e un parcheggio. Nel punto esatto del piccolo arco che portava all’ingresso dell’edificio, oggi si può solo vedere per terra sul marciapiedi lo spazio vuoto delimitato delle pietre rimaste. Un po’ deluso non posso fare altro che constatare come la via non solo abbia perso il suo famoso e triste nome ma anche l’atmosfera cupa e sofferente della Whitechapel più povera.

[La vecchia Dorset Street, nel 1902]

Dorset-street-1902

[E la nuova Dorset Street, che in realtà è ormai solo una via privata senza quasi più un nome]

Dorset Street oggi-2

Attraverso la Commercial Street e raggiungo il lato opposto della strada. All’angolo con Fashion Street mi fermo guardandomi intorno ma al numero 74, del Queens Head pub non trovo traccia nonostante l’edificio del 1847 sia ancora li. Al suo posto al pian terreno l’attività presente è stata dismessa e ora le vetrate chiuse accentuano il senso di abbandono. Elizabeth Stride, la terza vittima di Jack, era una frequentatrice abituale del Queen’s Head pub, qui venne vista dalla sua padrona di casa per l’ultima volta alla sera del 30 settembre, poche ore prima di essere trovata morta in Bermer Street. Sempre a questo angolo, proprio fuori dal pub, e probabilmente sotto il lampione a cui mi trovo ora, per la prima volta un testimone riuscì a vedere il volto di Jack, anche se tutto difficilmente confermabile. Un certo George Hutchinson vide Mary Kelly (la quinta vittima di Jack) parlare con un uomo in cappotto dal fare piuttosto sospetto. Li segui entrambi fino alla casa di Mary ma solo dopo tre giorni dall’omicidio della donna, il testimone ne diede un’accurata descrizione alla polizia. Mi sforzo di immaginare il luogo ma nonostante la stretta Fashion Street con alcuni edifici a due piani di inizio secolo non riesco a vedere che poche tracce della Whitechapel di fine ottocento.

Lentamente riprendo la camminata sempre in direzione sud sulla Commercial Street, dopo tre isolati arrivo all’angolo con Wentworth Street e li, proprio all’angolo, mi trovo davanti il Princess Alice. La palazzina è decisamente cambiata d’aspetto negli anni anche per colpa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma il pub ha resistito, seppur parecchio rimodernato. Il pub è legato agli avvenimenti di Jack per due nomi: Leather Apron e Frances Coles. Il primo fu uno dei principali sospettati nella vicenda di Jack lo squartatore, Venne arrestato nel 1888 dopo i primi due omicidi ma dall’interrogatorio ne emerse solo un alibi di ferro e venne rilasciato. Frances Coles, anche lei solita frequentare il pub, venne invece uccisa nel 1891, tre anni dopo i cinque omicidi di Jack. Sebbene simile in alcuni particolari, l’assasinio di Frances Coles, mancava però delle macabre caratteristiche tipiche dei delitti di Jack e non venne mai attribuito allo stesso Jack. Whitechapel era non solo un luogo sovrappopolato di gente povera ma anche traboccante di violenza e rimase tale fino agli inizi del 900. Anche qui a stento riesco a immaginarmi la via, le persone, i rumori e le voci di più di un secolo fa. Troppi i negozi e gli uffici tutto attorno che rendono anche questa parte della Commercial Street completamente anonima.

princessalice1

La mia ricerca dell’anima di Whitechapel di fine ‘800 si conclude qui con un lungo sospiro. Sapevo che non sarebbe stato facile scovare tracce di quelle atmosfere. Whitechapel oggi è parte della city. Un‘area moderna, ricca, proiettata nel futuro e in continua corsa. Le piccole attività si mischiano alle grandi. Edifici nuovi soffocano quelli vecchi alla stessa velocità con cui si muove tutto. La vecchia Whitechapel era completamente l’opposto, la sua anima credo proprio si sia persa quando il quartiere ha iniziato a fiorire da un punto di vista commerciale, passando da quartiere povero e malfamato a benestante e speculativo. Ritorno sui miei passi di certo non deluso, Londra è un grande gigante cosmopolita che rigurgita storia e sorprese a ogni angolo, da qualche parte quelle atmosfere sono sicuro si respirano ancora.

Mi incammino sulla Bell Lane, la via parallela alla Commercial Street questa volta in direzione nord verso la fermata della metropolitana di Liverpool Street. Incrocio la White’s Row e ritrovo la Brushfield Street, proprio davanti a me, in fondo alla strada. Attraverso la stretta via e intravedo nella confusione della gente un uomo in cappotto scuro e cappello che prende deciso la stradina alla destra che io invece non avevo affatto notato. Per un attimo ho quasi l’impressione di vedere Jack dentro quel misterioso cappotto. Istintivamente lo seguo senza saperne il motivo. Le stradine si moltiplicano diventando sempre più strette e intricate, ma dove vado e dove sono. Alzo gli occhi: Artillery Street. Ho perso sia l’orientamento che “Jack”. Mi fermo estraniato e confuso. Mi guardo attorno e scopro un angolo di Whitechapel che mi fa quasi gridare dalla sorpresa.

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ArtilleryPassage

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Percorro Artillery Street a bocca aperta, poi Widegate Street e mi fermo esattamente all’incrocio tra le due stradine. Tutto attorno edifici a due o tre piani d’inizio secolo che si affacciano sugli stretti marciapiedi. Per un attimo sento i rumori, gli odori, e il cuore pulsante del vecchio quartiere di fine ‘800. Alla mia destra, la porta del Kings Stores pub si apre e il misterioso “Jack” si infila dentro. Mi riempio gli occhi con tutto quello che posso e prima che tutto svanisca entro velocemente anche io. Finalmente sono arrivato nella Whitechapel di Jack.

3 Risposte a “Sulle tracce di Jack”

  1. Ciao Luca, complimenti bellissima descrizione, hai reso perfettamente l’idea della vita dell’epoca. Tu come stai? Noi a parte qualche influenza invernale stiamo abbastanza bene, la prossima volta che torni ci vediamo. Ciao

  2. Ciao Giuseppe, grazie, io sto bene, sempre in movimento nonostante il tempo e la crisi. ti ho mandato una email, ci vediamo questa primavera. Un saluto a tutti.

  3. ciao Luca,scusa se ti scoccio, ma mi devi mandare la mail di tuo padre a Laigueglia perche lui non la sa! non ho parole!!!
    Jack lo squartatore mi piace un po meno. meglio <<lincoln Ciao e baci da tua mamma e papà e anche da me!!!!

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