Orientare la bussola

Quanto si guadagna in UK? Quanto si paga di tasse? E le bollette, luce, gas, telefono? Si paga la spazzatura? Cosa devo fare appena trovato lavoro? Devo avere il codice fiscale inglese? E la pensione esiste? Ricevo molte domande per email da lettori del blog che vorrebbero avere almeno un’idea di cosa è necessario fare per sistemarsi in UK oppure semplicemente avere idea di quanto costi la vita qui per poter fare anche un semplice confronto rispetto all’Italia nell’eventualità di una migrazione oltre manica. Domande che mi sono fatto anche io tante volte prima di decidere di partire. Una valanga di domande che senza delle risposte finiscono inevitabilmente per accavallarsi l’una sull’altro creando confusione e spesso anche sconforto. Spesso sono proprio le risposte a queste domande che aiutano a orientare meglio la propria bussola. Con questo post vorrei provare a rispondere brevemente a tutti quelli che mi hanno mandato email chiedendomi informazioni e chiarimenti sperando che la mia esperienza in terra inglese possa essere di aiuto a qualcuno rendendo il processo di “fuga” dall’Italia verso l’Inghilterra se non più semplice almeno un po’ più chiaro..

In questi tredici anni di vagabondaggio per il mondo mi sono reso conto che per mettere in moto tutto e cercare di dipanare la confusione e i dubbi sono necessarie risposte ad almeno quattro domande:

1. Voglio davvero infilare la mia vita in una valigia e partire per andare la?

E’ una domanda all’apparenza stupida, ma credetemi non lo è affatto. Trasferirsi in un’altra nazione non è come trasferirsi in un altra città. La lingua, la cultura, a volte la religione, le regole, le leggi sono tutti fattori che andranno a influenzare la nostra vita e spesso a cambiarla completamente. Per esempio, alle fermate degli autobus in Inghilterra è buona norma, oltre che educazione, mettersi in attesa in fila indiana. L’ultimo che arriva si mette in fondo e sale per ultimo. Un esempio veramente semplice ma che moltiplicato e amplificato per ogni singolo cosa che si fa nella giornata ci ricorda che non è la nazione e la gente che ci ospita o ci accoglie ad adattarsi a noi e alla nostra cultura e al nostro modo di vivere, ma siamo noi che dobbiamo adattarci alla loro. Informatevi bene sulla nazione in cui andrete o in cui desiderate andare e una volta che ne avrete una buona idea sul cosa vi aspetti cercate di essere veramente onesti con voi stessi…volete davvero andare? Ogni volta che torno in Italia per una visita mi sento spesso dire <ah se potessi anche io andarmene all’estero…> se siete tra questi che ogni volta che incontrano qualche italiano che vive all’estero si lasciano andare a questa sospirata esternazione allora mi dispiace dirvelo ma state solo mentendo a voi stessi nascondendo la mancanza di determinazione e volontà o magari semplicemente le normali paure che impediscono di farlo veramente. Una volta, in America, incontrai una persona che non si era mai fermata nella sua vita, aveva girato in lungo e in largo facendo tante esperienze nei luoghi più incredibili del pianeta, una sera bevendo una birra insieme sulla veranda della sua casetta in legno a un certo punto, mentre gli esternavo i miei dubbi sulla vita, mi ricordò con una disarmante sincerità che al mondo… ci sono persone che parlano di fare determinate cose e altre che semplicemente le fanno.

2. Ho trovato lavoro, o penso, spero, di trovare quel lavoro… mi conviene?

I salari in Inghilterra sono più alti che in Italia. Non ci vuole molto onestamente, le ultime statistiche danno l’Italia tra i paesi europei con gli stipendi più bassi oltre che la prima in Europa per tassazione. Quindi una risposta veloce e altrettanto sicura è si, conviene, senza ombra di dubbio. E’ importante però approfondire un po’ più a fondo la questione economica per avere un’idea di quello che esattamente rimane in tasca una volta ottemperati gli obblighi fiscali. Vediamo un po’ in dettaglio le tasse in UK per un impiegato. Innanzitutto se non specificato diversamente sul contratto di lavoro, lo stipendio e generalmente espresso al lordo annuo. Per esempio 30.000 sterline sono lorde e annue (12 mesi). A queste, esattamente come in Italia viene applicata la tassa PAYE (pay-as-you-earn) che corrisponde alla nostra IRPEF. E come tale è applicata in base ai diversi scaglioni di reddito. Questa che segue è quella dell’anno fiscale 2011-2012. L’anno fiscale in UK inizia ad aprile. Ovviamente ci sono deduzioni, esenzioni, riduzioni per età, invalidità ecc. Per semplicità non le riporto qui.

Basic Tax Rate -  20%  da 0£ a 35.000£

Higher Tax Rate – 40% oltre le 35.000£

Additional Rate – 50% oltre le 150.000£

Il sistema di calcolo è simile a quello italiano, dal reddito lordo si sottrae il minimo (tax allowances) non tassabile, e le varie deduzioni ed esenzioni. Per l’anno fiscale 2011-12 il minimo non tassabile (senza contare eventuali esenzioni, deduzioni o situazioni  particolari) è di 7.475 sterline che saliranno a 8.105 per l’anno fiscale 2012-13, Quello che ne rimane viene tassato in base alla tabella sopra. Tabella che qui UK rates trovate molto più dettagliata. A questo link calcola tasse UK su reddito si può invece fare il calcolo delle tasse in automatico, basta inserire nel campo “Gross Income Every” il salario lordo e il periodo (annuale o mensile o settimanale) Per fare un semplice esempio se inserite un salario annuo lordo di 50.000 sterline lasciando gli altri campi invariati (a parte ovviamente il sesso e l’età) e cliccate su “calculate” avrete nella parte destra le tasse da pagare alla voce “tax due/National Insurance”, e il netto che vi mettete in tasca alla voce “Net Earnings”. Una nota per quanto riguarda la voce “National Insurance”, non è altro che la nostra INPS per capirci. Con 50.000 sterline di salario lordo annuo rimangono in tasca circa 35.608 sterline all’anno. Con 40.000 si mettono in tasca 29.562.  Per ogni dubbio basta comunque andare sull’ottimo sito del fisco inglese HM Revenue & Customs Fatto veramente bene e soprattutto molto chiaro nelle spiegazioni. Da non sottovalutare infine nel capire la bontà di un offerta di lavoro oltre manica è anche, e soprattutto aggiungo io, l’aspetto meritocratico su cui si basa il sistema lavorativo inglese. Soprattutto per noi italiani abituati al nostro sistema di lavoro basato invece sul clientelismo e raccomandazioni.

3. Quanto costano gli affitti, le bollette, le tasse locali e l’assistenza sanitaria?

Per quanto riguarda gli affitti vale la regola che tutto il mondo è paese, ovvero nelle città più grosse sono più alti, così come gli affitti nel centro città rispetto a quelli in periferia. Se si sceglie di sistemarsi in periferia avrete a disposizione i famosi servizi di trasporto inglesi: metro, tram, bus e treni. In generale sono più costosi che in Italia ma funzionano VERAMENTE bene. Efficienti, accessibili ovunque e puliti!!!. Per quanto riguarda i costi si va dalle 400 sterline circa (una camera da letto, non ammobiliato) in su. Internet è pieno di siti web con annunci immobiliari per ogni angolo del Regno Unito. All’affitto va aggiunta la Council Tax, o tassa comunale, che dipende dal comune, dal valore dell’immobile e quindi dalla sua posizione. A Nottingham, in centro, in un appartamento bilocale si paga circa 90 sterline al mese (per 10 mesi). La Council Tax comprende in genere le spese comunali, polizia, vigili del fuoco, pulizia delle strade, fognature spazzatura ecc. Per quanto riguarda le bollette, di norma i costi fissi sono molto più ragionevoli che in Italia. Difficile dare una stima dipende molto da quanto uno consuma, quanto grande è la casa o quanto numerosa è la famiglia. In genere si spende meno che in Italia per quanto riguarda luce, acqua e telefono. Anche perché il telefono è ormai incluso con internet e con la televisione. Virgin offre tutto compreso a circa 25 sterline al mese. Ricordatevi che la televisione richiede il pagamento del canone. E qui non si può fare i furbi. Una volta comprata una televisione si viene registrati e si deve pagare. 145 sterline all’anno per TV a colori. L’assistenza sanitaria funziona come in Italia…. no fermi cosa avete capito…intendevo dire che il sistema del servizio sanitario è pubblico come in Italia. Sulla qualità ed efficienza, senza offesa per chi nel settore ci lavora in Italia, quello inglese è di primissimo ordine, nel 2010 è stato il secondo migliore al mondo subito dietro al servizio sanitario olandese e davanti a quello tedesco, canadese e australiano. Qui difficilmente sentirete di casi di malasanità o anche semplicemente un cittadino inglese lamentarsi.

4. Ho trovato un lavoro e ho un’idea dei costi e di quello che mi rimane in tasca a fine mese, cosa devo fare una volta messo piede in Inghilterra?

Questo vale non solo per l’Inghilterra ma in generale per qualsiasi nazioni in cui ci si voglia trasferire. Io la chiamo la regola delle tre C, casa, conto, codice fiscale. Se prese in ordine permettono di risparmiare tempo e complicazioni. Con un’offerta di lavoro in mano potete dimostrare di avere un reddito e prendere facilmente in affitto una casa o un appartamento. Con una casa avete un indirizzo inglese che vi permette a sua volta di aprire altrettanto facilmente un conto corrente in una banca inglese. Con un indirizzo inglese potete richiedere il NIS (national insurance number) all’ufficio del lavoro locale, e una volta ottenuto, potete infine compilare il semplicissimo modulo P46 da dare al vostro datore di lavoro, da quel momento avrete il vostro Tax Code e riceverete il vostro stipendio sul vostro conto corrente e sarete a tutti gli effetti un contribuente del regno di sua Maestà. Molto semplice, anche grazie al fatto che qui in Inghilterra la burocrazia è in generale ben più gestibile che in Italia. In un paio di settimane al massimo ci si sistema senza mal di testa o incazzature.

5. Sono finalmente in UK, vorrei prendere la cittadinanza inglese e bruciare il passaporto italiano, come posso fare?

Sfortunatamente non si può bruciare il passaporto italiano, non prende proprio fuoco ho già provato! Battute a parte la cittadinanza inglese si può richiedere dopo cinque anni trascorsi in UK con meno di 15 mesi passati all’estero e previa pagamento di circa ottocento sterline. Ovviamente bisogna essere stati dei bravi ragazzi, conoscere bene l’inglese, studiare e passare un test.

Una risposta a “Orientare la bussola”

  1. ciao Luca, bello ma troppo complicato! Resto in Italia vicino ai tuoi!
    Allora quando arrivi? mi ha detto tua madre che hai rimandato per lavoro, ricordati che ti aspettiamo! bacioni Graziella

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.