Mollare la presa

Originalio penso che nella vita di ognuno di noi ci siano momenti in cui bisogna avere il buon senso di capire certe situazioni e lasciare da parte l’orgoglio personale (magari ferito) e allentare la presa o addirittura mollarla. Principalmente (ed egoisticamente) per noi stessi ma a volte anche per gli altri o per il mondo in cui tutti viviamo.

In questi giorni in UK sta salendo nuovamente alla ribalta sulla stampa anglosassone la vicenda di un hacker inglese arrestato una decina di anni fa con l’accusa di essersi introdotto in diversi computer governativi (militari) americani. Arrestato dalla polizia inglese (su mandato americano) ha iniziato una lunga battaglia per chiedere semplicemente di essere processato (ed eventualmente condannato) in Inghilterra evitando così’ l’estradizione richiesta dagli stati uniti. In America l’aspetta un processo la cui sentenza, già’ scritta, lo sbatterebbe in prigione per 60 anni. Da dieci lunghi anni il governo americano sta tenendo salda e ben stretta la presa: l’hacker deve essere estradato secondo l’Extradiction Act firmato nel 2003 tra US e UK. L’attuale primo ministro inglese, contrario all’estradizione, così come l’intera opinione pubblica inglese, ha più volte sollevato la questione direttamente al presidente americano sperando di arrivare ad una soluzione che includesse molto più buon senso che trattati firmati ma senza ottenere grossi risultati. Nel frattempo in questi giorni il Segretario di Stato agli affari interni inglese annuncerà’ una riforma proprio sull’estradizione: sarà’ infatti un forum competente a valutare e prendere di volta in volta la decisione di estradare un cittadino inglese e non più un trattato. La questione dell’Extradiction Act, tra America e Inghilterra, firmato nel 2003 dopo l’attentato del’11 settembre e ormai diventato oggetto di continue discussioni alla camera dei Lords. Il trattato e’ chiaramente sbilanciato a favore degli US in nome della lotta americana al terrorismo internazionale. L’attuale governo inglese vuole invece tutelare meglio i diritti dei propri cittadini, o forse vuole semplicemente applicare la regola che abbiamo imparato tutti ai tempi dell’asilo: “se vale per me, vale anche per te”. Se non ricordo male un paio di brutte vicende italiane si sono proprio fermate davanti al muro del rifiuto americano all’estradizione di alcuni loro cittadini.
Vedremo a breve come finirà’ questa triste vicenda e quale sarà la sorte di questa persona che giusto per dovere di cronaca non ha mai negato l’intrusione nei computer del governo americano. “L’ho fatto per cercare le prove dell’esistenza degli UFO” ha sempre dichiarato. Gary M. e’ affetto dalla sindrome di Asperger una forma di autismo.

Qualcuno dall’altra parte dell’oceano dovrebbe imparare a mollare la presa… ogni tanto.

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